I cambiamenti climatici continuano ad aumentare e destare preoccupazioni. È dunque sempre più importante dotarsi di buone abitudini che permettano di limitare i consumi. Nel quotidiano, infatti, le nostre scelte possono influenzare le condizioni ambientali e contribuire notevolmente a ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Cos’è la CO2
Cosa si nasconde dietro la sigla CO2? L’anidride carbonica è un gas che viene formato in quello che nel gergo tecnico si definisce un “processo di combustione”, che unisce il carbonio contenuto nei combustibili assieme a due atomi di ossigeno presenti nell’aria. Da qui, appunto, la formula chimica C= Carbonio ed O2= due molecole di Ossigeno.
La combustione e il surriscaldamento climatico
Il processo di combustione in sé non rappresenta un problema, trattandosi di un processo naturale in atto sin dal primo momento della comparsa della terra. Tuttavia, l’eccesso di produzione di anidride carbonica ha causato, nel tempo, enormi danni ambientali, mettendo in pericolo l’esistenza dell’Ozono, strato gassoso presente nell’atmosfera che protegge la terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti UV-C provenienti dal sole.
Il surriscaldamento climatico, o global warming, è uno dei più rilevanti effetti nocivi della presenza in eccesso di anidride carbonica. In termini generali, la superficie terrestre, durante le ore di luce, accumula il calore sprigionato dal sole, mentre durante le ore notturne lascia che il calore venga disperso nello spazio, mettendo quindi in atto una sorta di termoregolazione naturale. Vi è, però, un ostacolo generatore di attrito nel naturale processo di regolazione che la terra ogni giorno svolge, dovuto dall’eccessiva concentrazione di anidride nell’aria, la quale genera una sorta di “cappa” che impedisce il corretto flusso di espulsione del calore assorbito dalla terra durante la giornata.
Andando ad approfondire l’origine dell’eccesso di emissioni di CO2 (quindi dell’eccesso di produzione di anidride carbonica), non si faticherà a scoprire che queste sono una conseguenza dell’industrializzazione ogni giorno sempre più diffusa, tipica dei paesi sviluppati in quanto, per produrre energia, le industrie mettono in atto la combustione dei combustibili fossili, come carbone e petrolio.

Le normative comunitarie e nazionali a sostegno dell’ambiente
Al fine di contrastare le catastrofiche previsioni dovute dai cambiamenti climatici, l’Unione Europea si è impegnata ad attuare un piano utile a raggiungere la neutralità climatica, o “emissioni zero”, entro l’anno 2050. L’obiettivo prevede l’ottenimento di un equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio così da arrivare, un giorno, ad azzerare la più discussa “sottrazione ambientale”. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, l’assorbimento delle emissioni di carbonio dovrà essere almeno bilanciato, e perchè no superiore, all’emissione dei gas ad effetto serra (GHG).
Il piano di azione dell’UE verso la neutralità climatica, il famoso Green Deal, prevede due passi fondamentali e tra loro consequenziali da raggiungere, ossia prima una riduzione pari al 60% delle emissioni entro l’anno 2030 e poi la completa neutralità climatica entro l’anno 2050.
Degna di nota è senza dubbio l’attenzione dedicata ad un tema importante come questo da parte dei deputati europei, che hanno dimostrato impegno e dedizione nei confronti dell’ambiente in fase di revisione del piano di azione volto alla neutralità climatica, andando ad alzare i livelli di riduzione di emissioni precedentemente discussi nell’ormai lontano 1990, che sono passati da una riduzione iniziale del 40% ad una del 60% entro l’anno 2030.
Tecnologie per ridurre le emissioni di CO2
Le aree urbane sono le più colpite quando si parla di inquinamento atmosferico, ed è proprio qui che le maggiori innovazioni prendono vita. Prendiamo per esempio la città di Milano. Sicuramente conoscerai il Bosco Verticale, quell’enorme palazzo verde che funge da piccolo polmone per la città. Verosimilmente quest’idea innovativa è stata riproposta in altre città, in virtù della sua capacità di abbattere quantità enormi di CO2 e di produrre altrettanto ossigeno. Una soluzione simile è stata ideata in Germania, dove sono stati prodotti dei veri e propri cartelloni pubblicitari composti da muschi e licheni. In alternativa alle soluzioni “green” si sono diffuse in tutto il mondo anche delle smog-tower in grado di raccogliere particelle di carbonio presenti nell’aria.
In Inghilterra, invece, sono in corso degli studi che si sono prefissati l’ambizioso obiettivo di polverizzare l’acqua. A cosa serve tutto ciò? Lo studio prevede l’utilizzo di una sostanza polverosa al 95% composta da acqua, ricoperta per il 5% da silicio modificato ottenuto dalla sabbia. Questo involucro di fatto permette alle gocce di restare separate le une dalle altre così da non tornare allo stato liquido. Ed è qui che entra in gioco il fattore climatico. Soltanto in questo stato, infatti, l’acqua potrà assorbire la CO2 e ogni altro gas.
Nella lotta climatica un ruolo chiave è giocato da India e Regno Unito, i quali hanno annunciato che in un tempo non troppo lontano sarà proibito vendere, se non addirittura utilizzare, qualsiasi veicolo che non sia un veicolo elettrico.
Le migliori abitudini in favore dell’ambiente
Alla base di ogni abitudine sana che possa venire in mente, in favore del nostro ambiente, risiede una semplice regola, la filosofia delle tre “R”: Riduci, Riusa, Ricicla. L’intero pianeta ce ne sarà grato. Tale regola si basa sul concetto di riduzione del consumo delle materie prime a nostra disposizione, dell’utilizzo di oggetti a lunga durata piuttosto che di quelli “usa e getta” e del riciclo così da minimizzare l’impatto ambientale.
In qualsiasi caso, ci sono delle piccole accortezze che ognuno di noi dovrebbe seguire così da contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nel nostro pianeta. Non dimentichiamoci, quindi, di preferire l’uso della bicicletta rispetto all’automobile quando possibile (percorrere 5 km con un’auto a benzina equivale a quasi 1 kg di anidride carbonica emessa), di spegnere le luci prima di uscire di casa (tenere una lampadina accesa per poco meno di una giornata produce 1 kg di CO2), di razionalizzare l’uso dell’energia elettrica nel quotidiano (un lavaggio in lavastoviglie equivale 1 kg di CO2 nell’aria) e di non lasciare le finestre aperte per troppo tempo durante i mesi freddi (riscaldare un appartamento di 60 m2 può arrivare a produrre 20 kg di CO2 al giorno).