Da diversi decenni ormai il dibattito sulla sostenibilità ambientale è diventato sempre più importante, tanto da rappresentare un vero e proprio tema fondamentale nella vita di tutti i giorni. Con la storica rivoluzione industriale, l’aumento della produzione, il capitalismo e il successivo incremento della tecnologia con l’impiego di diversi macchinari, l’impatto ambientale degli umani sulla natura si è tradotto come un forte problema in rapido aumento. Specie negli ultimi tempi, interessa gruppi di persone particolarmente sensibili a tale tematica, che hanno iniziato un’opera di sensibilizzazione per cercare di fermare l’inquinamento e il danneggiamento delle risorse naturali. Sono diversi i report e le gli studi che dimostrano in che modo l’ambiente naturale stia cambiando, messo a dura prova dall’attività umana, portando in luce anche le soluzioni con le quali è possibile tentare un’inversione di marcia a tutela della sostenibilità.
Che cosa vuol dire Sostenibilità Ambientale: Definizione
Tutelare l’ambiente vuol dire tutelare l’essere umano stesso e questo rappresenta uno degli impegni principali che da anni si sta tentando di portare avanti. Il tema della sostenibilità ambientale, infatti, figura da sempre, come uno dei più importanti tra le varie organizzazioni nazionali e sovranazionali. Basti pensare all’Agenda 2030 dell’Onu, redatta e sottoscritta nel 2015 e costituita da 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Una vera e propria sfida globale che mira a ridurre la povertà, a lottare contro l’ineguaglianza e a interessarsi ai cambiamenti climatici.
Quando si parla di sostenibilità ambientale si fa riferimento a un sistema di utilizzo e impiego delle risorse tale da garantirne la sua rinnovabilità, così che possa continuare a tempo indeterminato. Questo importante concetto compare per la prima volta del 1972 all’interno del rapporto I limiti della crescita di Club Roma. Circa quindici anni più tardi, di rilevata importanza, sarà anche il famosissimo Rapporto Bruntland, conosciuto anche come Our Common Future, redatto dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo dell’ONU, che per la prima volta in maniera ufficiale, fornisce la definizione di sviluppo sostenibile, come il soddisfacimento dei bisogni della generazione attuale senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni future.
Gli obiettivi
Come si è visto, i vari enti e organizzazioni si sono spesi da sempre nella lotta contro lo sfruttamento intensivo dell’ecosistema, costruendo dei veri e propri piani di tutela che guidassero gli stati del mondo verso uno sviluppo più eco-friendly. Gli obiettivi della sostenibilità ambientale dunque sono diversi. Punto di partenza comune è quello di preservare le risorse presenti nel nostro Pianeta attraverso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e sostenibili, accantonando l’utilizzo delle fonti fossili.
Sempre più recentemente si è diffusa la volontà di creare e costruire città sostenibili, seguendo i criteri di rispetto ambientale e sociale, attraverso anche un programma di educazione verso i cittadini, consapevoli e informati sul loro personale impatto nel mondo. La riduzione delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) rappresenta l’ennesima grande sfida, portata avanti per limitare l’inquinamento atmosferico, quello del suolo e quello idrico. Ulteriori altri obiettivi sono ad esempio mitigare gli effetti del cambiamento climatico e tutelare la biodiversità delle specie e della dimensione ecologica, proteggendo i terreni e gli allevamenti.
Gli antagonisti della sostenibilità ambientale
Tuttavia, nonostante le grandi campagne di sensibilizzazione sui temi di green economy e sostenibilità ambientale, raggiungere gli obiettivi che le varie istituzioni si prefissano in programmi pluriennali non è sempre molto facile. Infatti, sono diversi gli antagonisti che remano contro uno sviluppo di tipo sostenibile. Intanto, il concetto di sostenibilità non è ancora ampiamente condiviso, specie in alcune aree del mondo. Le manovre da adottare per ridurre l’impatto sono viste da alcuni come delle limitazioni alle proprie indipendenze e libertà per favorire una crescita rapida della politica e della ricchezza di un paese. Per molto tempo infatti, le grande potenze, hanno sfruttato ampiamente le risorse naturali con l’obiettivo di affermarsi come egemonie mondiali e accrescere il loro potere economico, politico e sociale, ragion per cui, adottare manovre sostenibili oggi potrebbe rappresentare una minaccia per questo tipo di sistemi.

Cosa possiamo fare per rendere il mondo più ecosostenibile
Come ogni grande cambiamento, affinché si possano iniziare a vedere i risultati, è necessario che ciascun essere umano faccia la sua parte, cercando di adottare scelte consapevoli e green per ridurre gli impatti sulla natura e sulla sua biodiversità. Sono diverse le soluzioni che sono possibili adottare quotidianamente. Il primo obiettivo è sicuramente quello di sensibilizzare le attuali generazioni e soprattutto quelle future al tema della sostenibilità, iniziare fin da subito a compiere scelte ecologiche ed educare i bambini all’importanza del rispetto del sistema mondo.
Attività concrete che si dimostrano particolarmente utili sono ad esempio l’utilizzo di mezzi pubblici a discapito di un grande traffico di macchine, i nuovi sistemi di car sharing e bike sharing hanno già ridotto sensibilmente le emissioni. Fare la raccolta differenziata e riciclare i vari materiali presenti in casa determina non soltanto un ritorno economico per il cittadino, ma un grande vantaggio per il riutilizzo delle risorse. Scegliere prodotti con ridotto impatto ambientale e adottare una politica plastic free (limitare il consumo di plastica), preferire prodotti locali e stagionali, sono tutte piccole soluzioni che ognuno può liberamente adottare, favorendo lo sviluppo verde.
Un nuovo concetto che si sta facendo strada ai giorni nostri, a fianco a quello di green economy, è quello denominato blue economy, che non punta soltanto a ridurre l’impatto e le missioni, ma di azzerarle del tutto. Teorizzato per la prima volta nel 2010 da Gunter Pauli, questa soluzione propone zero rifiuti pericolosi e maggiori profitti con minore investimento di capitale.
Il ruolo della politica
Al di la dei singoli cambiamenti che ogni cittadino può adottare per ridurre l’impatto ambientale, risulta fondamentale che anche la politica e le istituzioni operino soluzioni congiunte in tema di green economy. A partire dal 1992, al Vertice della Terra Rio, la tutela dell’ambiente è stata messa allo stesso piano di quella economica e sociale. La già menzionata Agenda 2030 rimane oggi tra i principali strumenti di regolazione degli impatti ambientali di tutto il mondo. Più recentemente invece è stato approvato il famoso Green Deal europeo 2050 (detto anche Patto Verde), uno dei più ambiziosi piani ecologici mai presentato da un continente che si propone di abolire entro il 2050 tutte le emissioni nette di gas ed effetto serra, proporre una crescita economica dissociata dall’utilizzo delle risorse e non tralasciare i bisogni di alcuna persona e di tutti gli ambienti.
L’Italia rappresenta nel continente europeo uno dei paesi che più si sta mobilitando per la riduzione dell’inquinamento e degli impatti poco sostenibili. La percentuale di rifiuti riciclati in tutta la penisola, è infatti più alta della media dell’intera Europea, collocandosi ai primi posti. Tuttavia, c’è ancora molto da fare. La classe dirigente italiana ha adottato nel corso degli anni diverse soluzioni per rendere il paese più verde. Tra le ultime riforme, si trova per esempio il famoso Ecobonus. Si tratta di una misura governativa atta a ridurre e riqualificare l’efficienza energetica di tutte le abitazioni del paese attraverso una detrazione pari al 110%, utilizzabile nei periodi tra il 1 luglio 2020 e il 30 giugno del 2002. Gli obiettivi di tale iniziativa sono quelli di effettuare interventi green sia su condomini che su abitazioni singole in materia di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione e l’impianto di pannelli fotovoltaici per energia elettrica e idroelettrica pulita, oltre che alla costruzioni di colonnine di ricarica per le nuove macchine elettriche.