Qualcuno ne avrà già sentito parlare, altri sicuramente no: la Blue Economy sta avendo sempre più successo tra imprenditori e coloro che hanno a cuore la salute dell’ambiente. Si tratta di un modello più avanzato della Green Economy, che ha l’obiettivo di azzerare le emissioni nocive nell’ambiente e migliorare notevolmente i flussi di reddito. La Blue Economy si contrappone alla nota Red Economy, basata su debiti e speculazioni, poiché richiede alle aziende e agli imprenditori di ridurre gli investimenti ad alto impatto ambientale, e sfruttare le risorse di cui si dispone per migliorare l’ambiente e trarne vantaggi. Di seguito illustreremo cos’è la Blue Economy, quali sono i suoi vantaggi, perché è diversa dalla Green Economy e come funziona in Italia.
Cos’è la Blue Economy
La Blue Economy è una forma di sviluppo strettamente collegata all’acqua, come si può intuire dal nome, ma non solo. Il termine venne coniato da Pauli, nel 2010, un economista che nel suo libro esprime il funzionamento della Blue Economy e le differenze con l’economia verde. Per comprendere a fondo cos’è la Blue Economy è necessario introdurre e spiegare un altro importante concetto: quello di biomimesi. Con questa parola si intendono i fenomeni e i processi relativi a flora e fauna. Biomimesi e Blue Economy sono strettamente collegate, in quanto permettono di avere un risvolto significativo su diversi aspetti, come quello economico, sociale e ambientale. Nel primo caso, infatti, l’economia blu aiuterebbe a individuare delle nuove forme di produzione e, dunque, alcuni livelli economici in fase di sviluppo. Da un punto di vista sociale, la Blue Economy aiuterebbe milioni di persone a trovare lavoro. Infine, essa ridurrebbe al minimo l’impatto ambientale e le emissioni, avendo, dunque, un risvolto positivo anche sotto questo punto di vista.
La differenza con la Green Economy
A differenza di quanto si pensi, ci sono delle variazioni sostanziali tra economia verde e blu. Infatti, la Blue Economy si propone come un modello avanzato della Green Economy, che ha l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale e di eliminare ciò che può rovinare il pianeta: per farlo, e come abbiamo già detto, la Blue Economy sfrutta la biomimesi. In ogni caso, la Blue Economy rappresenta una soluzione poco costosa e adatta a tutti, che può influire notevolmente sui prezzi e sui trasporti dei prodotti a livello internazionale.

Soluzioni e vantaggi
Come abbiamo appena detto, la Blue Economy può essere applicata da tutti, poiché adotta soluzioni estremamente semplici. Per esempio, è possibile sfruttare gli scarti del caffè, che rappresentano circa il 99,8% del lavoro svolto dagli agricoltori in Colombia. Per questo, anziché buttarlo, può essere utilizzato per coltivare dei particolari funghi, ovvero gli shitake. Questi funghi sono privi di colesterolo e non è necessario importarli dai paesi orientali, poiché possono essere, per l’appunto, coltivati nel caffè: ciò influirà sui costi per il trasporto, portando a un successivo abbassamento del prezzo dei funghi. Inoltre, con il caffè utilizzato per coltivare i funghi shitake è possibile dare da mangiare ai nostri animali domestici, poiché si tratta di un prodotto ricco di sostanze positive.
Ma facciamo un altro esempio, e prendiamo come riferimento le bucce di arancia. Esse contengono una grande quantità di limonene, utile per detergere a fondo la biancheria ma anche le mani. In questo modo, si mira alla sostituzione dell’olio di palma, ad alto impatto ambientale e dunque dannoso, con il limonene. Per farlo basterà estrarlo dalla buccia degli agrumi.
Infine, parliamo degli scarti ottenuti dalla macellazione. Come sappiamo, per ogni tot di carne macellata viene prodotto un tot di scarti, che, successivamente, viene bruciato. In certi paesi del mondo, però, come l’Africa, vengono coltivate delle larve che in pochissimo giorni riuscirebbero a eliminare gli scarti della macellazione, degradando la carne. L’obiettivo è la capacità di produrre proteine positive per combattere virus e batteri per alimentare le quaglie, e in seguito le galline. Inoltre, le larve di cui parliamo hanno la capacità di disinfettare, grazie alla loro saliva.
La Blue Economy in Italia
La Blue Economy ha riscosso particolare successo in Sicilia, soprattutto per quanto riguarda la pesca. Infatti, in questi ultimi anni, il Distretto Produttivo della Pesca di Mazara del Vallo (TP) e il Consorzio di Valorizzazione del Pescato (COSVAP) hanno sviluppato modelli di pesca molto avanzati, basati sui principi dell’economia blu. Tra questi vanno menzionati:
- Protezione dei mari e degli oceani
- Alleanza fra i mercati ittici e cooperazione mondiale
- Utilizzo sostenibile delle risorse a disposizione
La Sicilia è fortemente impegnata nella realizzazione di un Distretto in cui i pescatori collaborano tra di loro, per consentire uno sfruttamento migliore del Mar Mediterraneo.