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Dopo un anno e mezzo di indagini, la Squadra Mobile di Verona, con il supporto della Polstrada e dell'Arpav, ha sequestrato in questi giorni 100 ettari di terreno nell'Oasi di Casino Riva insieme a due aziende di trasporti.
L'accusa è grave: gestione illecita di rifiuti, avvelenamento dell'acqua e delitto colposo contro la salute pubblica. Due persone risultano denunciate, padre e figlio titolari di due aziende di trasporti, a Ronco all'Adige e a Belfiore, che per anni avrebbero utilizzato il sito come discarica abusiva, coordinando il trasporto dei rifiuti. Nello stesso filone d'indagine sono state sequestrate varie aziende e indagate altre 16 persone.
Nelle due aziende infatti è stato rinvenuto materiale da demolizione contaminato da idrocarburi e prodotti chimici, rifiuti fangosi ed altri rifiuti industriali.
Campionamenti del terreno all'interno dell'oasi naturalistica hanno confermato la presenza di prodotti chimici ed amianto, come anche metalli pesanti come nichel, antimonio, manganese e cromo esavalente.
È tanta l'amarezza, anche all'interno della stessa Squadra Mobile di Verona che ha gestito le indagini (in particolare la sezione che si occupa di reati ambientali), non solo per l'ingente danno ambientale procurato al sito, che chissà quanto tempo richiederà per essere risanato. Preoccupa anche l'atteggiamento omertoso riscontrato a livello locale, dato che nessuna denuncia o segnalazione è mai pervenuta alla Polizia per quest'attività illecita che è andata avanti per anni indisturbata. E l'andirinvieni dei camion non poteva certo passare inosservato.