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Non si può cambiare il progetto dopo l'aggiudicazione dell'appalto. Così si è espressa l'ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) sulla proposta di Technital di costruire a Verona un traforo delle Torricelle ridotto e più economico rispetto a quanto previsto in origine.
Per gli oppositori alla grande opera si tratta di un successo che ripaga di tanti anni di lotte civili.
"L'opposizione a questo progetto del traforo in città è in nome della modernità, non contro di essa – scrive Luciano Butti sul giornale online Verona-In – I vertici del Comune di Verona si richiamano spesso ai modelli del Nord, dunque, alla modernità.
Ebbene, in nessun Paese del Nord Europa, in nessuna fra le numerose città del Nord premiate per le loro moderne politiche urbane, si penserebbe mai, nel 2014, di costruire una autostrada in grado di avvicinare al centro il traffico anche pesante, anziché di allontanarlo. Né si penserebbe mai di costruire un enorme viadotto sopra un'area naturalistica di grande pregio. O di finanziare tutto questo affidando ai privati la costruzione di opere in controtendenza rispetto ad una gestione della città orientata alla salvaguardia ambientale.
E' ben altra la modernità che servirebbe a Verona: un trasporto pubblico di massa verso il centro non basato su autobus a gasolio (così sarà invece la 'moderna' filovia della nostra Giunta); un servizio di car sharing che funzioni davvero; l'aumento dei servizi di trasporto pubblico, da mettere in concorrenza fra loro; la promozione convinta della mobilità ciclistica, come avviene a Bolzano, Ferrara e in quasi tutte le città tedesche, olandesi, austriache. Questa è la vera modernità, non una nuova autostrada devastante per l'ambiente, economicamente insostenibile e tale da trasformare Verona per molti anni in un enorme cantiere invivibile".
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