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Sul tema per il 6 novembre è convocata una conferenza dei servizi a Roma, al ministero delle Infrastrutture. L'obiettivo è iniziare i lavori entro l'estate del 2015.
Un'accelerazione improvvisa che spiazza e preoccupa i Comuni su cui passerà la linea dell'alta velocità. Oltre a Verona, lambita da soli 120 metri di tracciato, nella provincia scaligera la Tav passerà nei territori di Peschiera, Castelnuovo, Sona, Sommacampagna, a cui si aggiungono altri cinque Comuni nel Bresciano (Calcinato, Mazzano, Lonato, Desenzano e Pozzolengo) per 72 chilometri, in cui sono previsti anche gallerie e un viadotto sul Mincio, nei pressi dell'autostrada A4 vicino a Peschiera.
Un profondo impatto ambientale sul territorio su cui molti Comuni stanno dando battaglia a suon di assemblee pubbliche e consigli comunali in cui si esprimono pareri negativi sul progetto. Tra i più preoccupati del piano ci sono Peschiera e Sona. Il sindaco del Comune gardesano, Orietta Gaiulli, in particolare, si è detto pronto ad incatenarsi ai binari pur di fermare la Tav in difesa del territorio.
A lamentarsi della Tav ci sono anche molte imprese, a partire da quelle vitivinicole e in particolare quelle che tra Peschiera e il Bresciano producono il pregiato vino Lugana. In quest'area per costruire la linea di treni veloci verranno sacrificati 80 ettari di vigneti.
Ogni Comune coinvolto ha messo sul tavolo il proprio "pacchetto" di problemi e i relativi "paletti" al progetto: ognuno ha tempo fino ai primi di novembre per far pervenire le osservazioni, che possono essere fatte solo sulle integrazioni che Cepav Due (il Consorzio Eni per l'alta velocità che deve realizzare la linea) ha fatto pervenire a fine settembre.
Molti paesi puntano il dito anche contro la valutazione di impatto ambientale, che risale al lontano 2003 e ormai non più fedele ai lavori che verranno realizzati. Ma una nuova Via non verrà fatta, se non ci saranno nuovi colpi di scena sulla vicenda.
Della Tav nel Comune di Verona si era iniziato a parlare nel lontano 1993. Da allora un lungo periodo di silenzio, fino al 2003, quando era stato approvato dal Cipe, Comitato interministeriale di programmazione economica. Poi per problemi di burocrazia è stato accantonato e mai pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Il progetto quindi è rispuntato fuori recentemente. Negli uffici tecnici di palazzo Barbieri ora si dovranno studiare le carte per capire il reale impatto ambientale dell'opera che sfiora il territorio comunale, interessato per 120 metri.
Ben più pesanti potrebbero invece essere le conseguenze per gli altri paesi compresi tra il Basso Garda e le colline moreniche. I Comuni sperano nelle osservazioni che presenteranno nei prossimi giorni e avere così alcune armi al proprio arco per combattere una battaglia contro un progetto che rischia di rivoluzionare per sempre un territorio.
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