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Primavera ormai inoltrata. Primo pomeriggio. Sole alto. Percorrendo a piedi la strada che collega due diverse zone di Verona e taglia le Torricelle, ci si trova su una terrazza panoramica che consente di abbracciare con uno sguardo tutta la città. È piacevole camminare lentamente, accarezzando l'erba alta che ondeggia al vento e fa da segna via, fermandosi di tanto in tanto a prendere i raggi caldi direttamente sul viso.
Sennonchè, girato l'angolo, improvvisamente entrati in una zona d'ombra, precisamente in via Bonuzzo S. Anna, al civico 5, si apre una scena di totale degrado che mal si sposa con la visione bucolica appena descritta.
Si tratta dell'edificio ex Canon di Chiampan, sede un tempo del tiro al piattello. Ora ospita per lo più vandali, probabilmente senza tetto e diversi animali selvatici, tra cui scoiattoli che entrano ed escono a loro piacimento.
Varcato il cancello arrugginito e semi – divelto si entra nel piazzale esterno ricoperto di calcinacci. Sulla destra si trova una struttura aperta, in cemento, ormai cadente e ricoperta di graffitti colorati, inizialmente utilizzata come spalti per gli ospiti ed ora quasi inglobata dalle fronde verdi degli alberi. Sulla sinistra si alza l'edificio principale. Sul davanti, il bosco sta avanzando prendendo il posto del giardino ed una quantità enorme di immondizia si sta accumulando. Nonostante tutto l'insieme risulti a pezzi e pericolante, si può comunque entrare, non essendoci divieti.
All'interno sembra di stare in un cantiere edile abbandonato dopo lo scoppio di una bomba. Alle pareti graffitti e scritte di ogni tipo, per terra vetri e pezzi di muro, numerosi buchi sul pavimento, alcuni visibili, altri un pò più nascosti dalle macerie, ma nessuno segnalato. Al secondo piano (accessibile attraverso scale in cemento, senza protezioni o segnali di pericolo) si aprono i soliti buchi per terra e dal soffitto penzolano decine e decine di sbarre di ferro. Ci sono alcune stanze buie, un tempo adibite a bagni. Oltre a questo non c'è nient'altro.
Già dal 2012 era stato promesso dalle autorità un intervento di recupero della zona.
Apporre un semplice cartello con la scritta "Pericolo" che vieti ed impedisca l'ingresso a chicchessia, in attesa che vengano attuate, si spera, misure più efficaci, sarebbe probabilmente necessario.
La rivalutazione degli spazi verdi cittadini, parte anche dalla presa di coscienza delle aree abbandonate ed inutilizzate come questa.