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Il ricorso al Tar era stato presentato contro diversi provvedimenti: a partire dal decreto con cui si dava il via libera al Cipe per l’approvazione del progetto definitivo e per la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, passando per la delibera per l'ennesima reiterazione del vincolo di esproprio presente sulle proprietà interessate a partire dal 2001, fino ad arrivare al decreto che aveva espresso il parere di compatibilità ambientale (VAS).
"La sentenza del TAR Lazio a nostro parere non è condivisibile - commenta il Coordinamento No Tav in un comunicato - quindi verrà appellata al Consiglio di Stato. Chiederemo inoltre l’intervento della Corte di Giustizia Europea. Ma come avevamo già detto lo scorso 9 gennaio, al di là del risultato, sapremo con sempre più determinazione portare avanti le ragioni della nostra lotta, anche avvalorati dall'ennesima dimostrazione che gli interessi dietro questo progetto riescono a superare anche la legge stessa. Ma non per questo ci arrenderemo".