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È stata presentata una sola offerta, regolare in tutti gli aspetti richiesti dal bando ma con un'offerta economica eccessivamente bassa, che quindi non verrà accettata dal Comune: appena 15mila euro di canone annuale per i terreni e la fattoria didattica contro una base d'asta di partenza di 54mila.
"Siamo di fronte ad un'amministrazione incapace di valorizzare i parchi dei veronesi - ha commentato in maniera critica Michele Bertucco, consigliere Comunale a Verona - I termini del bando erano infatti tutti schiacciati sull'aspetto economico, senza prevedere alcuna progettualità sulla parte ambientale, culturale e didattica. Ora si dovrà ripartire nuovamente da zero e di nuovo verrà scelta la strada della monetizzazione".
Si prevedono infatti due nuovi bandi distinti: uno per i terreni agricoli e uno per la fattoria didattica. "Facile prevedere che non saranno posti vincoli che prevedano agricoltura biologica o altri elementi qualificanti all'altezza di un contesto di pregio che in passato era stato acquisito con finalità ben diverse", incalza Bertucco.
Secondo il presidente del Comitato Giarol Grande, due sono gli errori principali che sono stati commessi: voler "far cassa" con questo parco ("il valore del fondo va calcolato in un buon progetto che valorizzi l'ambiente del Parco e i servizi per i cittadini") e considerare "solo agricolo" il fondo, vincolando il bando alla presenza di un agricoltore professionale. "Il nuovo progetto invece dovrebbe essere costruito attorno ad un'idea sociale e comunitaria di utilizzo del territorio", argomenta Tonolli.
Ora l'obiettivo del Comitato è fare in modo che la questione venga affrontata dalla prossima amministrazione: "Non possiamo permettere – conclude il presidente - che questi amministratori possano utilizzare la fretta del fine mandato per vincolare il fondo ad un nuovo bando dannoso e inconsistente".