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"È molto significativo che le 'indagini geognostiche' vengano fatte dopo il 3 febbraio, data in cui il general contractor IRICAV 2 ha depositato il progetto definitivo per la VIA (valutazione di impatto ambientale) – fa notare il Comitato in una nota - Questo indica che la documentazione presentata è incompleta e che il progetto andrebbe rifatto".
Secondo il Comitato, questo sarebbe provato anche dal fatto che, il 17 marzo scorso, IRICAV 2 ha inviato dalla commissione VIA una richiesta di integrazioni di ben 18 pagine.
Nella documentazione presentata mancherebbe la relazione descrittiva delle mitigazioni ambientali richiesta in fase di approvazione del progetto preliminare da realizzare nel Comune di Verona (e quindi proprio a San Michele), in risposta alla prescrizione n. 2 della Delibera CIPE 94/2006.
"È una mancanza gravissima – denuncia il Comitato – perché, se dovessero partire, i cantieri del Treno ad alta velocità dureranno 7-10 anni, con decine di mezzi pesanti in movimento tutti i giorni per movimentare gli oltre 6 milioni di metri cubi di ghiaia necessari per realizzare l'opera. Non è uno scherzo".
La commissione di verifica dell'impatto ambientale ravvisa inoltre l'assenza di altri documenti fondamentali: "Il cronoprogramma ad esempio – aggiunge il Comitato - ma anche la tabella dei costi, le schede degli immobili individuati come recettore sensibile d'impatti, codici identificativi di tavole erronei o totalmente assenti che impediscono una corretta consultazione, anche alla stessa commissione. Sono totalmente assenti anche le carte del rischio idraulico, che sono state presentate solo per la fase 'ante operam'".
Considerate tutte queste mancanze, "il progetto sarebbe da rifare da capo - sottolinea il Comitato No Tav - Chiediamo quindi a tutte le autorità competenti la bocciatura immediata di quanto depositato e la richiesta di un nuovo progetto che rispetti tutte le normative".
Il TAV Verona-Vicenza avrà un costo di 90 milioni di euro al chilometro, "un'infrastruttura inutile – secondo il Comitato – dato che i pendolari dovranno continuare a viaggiare su pochi treni, sporchi e sempre più costosi. Tanto più che sulla linea esistente possono transitare ancora più di 120 treni al giorno: non capiamo l'urgenza di questo nuovo progetto, fatto male e con il conseguente rischio di ulteriore lievitazione dei costi e sottovalutazione dei danni che provocherà".