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Per la classifica nazionale di Legambiente, Verona si posiziona al 26° posto, con 65 sforamenti del limite consentito di Pm10 (50 microgrammi per metro cubo da non superare per più di 35 volte in un anno).
Ancor più pericoloso il Pm2,5 (con diametro inferiore o uguale a 2,5 µm). Entrambi possono essere di origine naturale (pollini, avvezioni sahariane, etc.) o antropica (usura dell'asfalto e dei pneumatici, combustione dei motori, combustione degli impianti di riscaldamento, etc.).
Al di là dei limiti normativi, secondo l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell'Organizzazione Mondiale della sanità, il particolato atmosferico è ritenuto cancerogeno per la salute umana e risulta spesso associato ad una maggior incidenza del cancro.
Nel 2015, Legambiente ha monitorato 90 città italiane attraverso la raccolta dei dati aggiornati quotidianamente dai siti delle Arpa (Agenzie regionali protezione ambiente), delle Regioni e delle Province. Di queste, 48 (cioè il 53%) hanno superato la soglia dei 35 giorni consentiti per legge.
Tutte le centraline delle città di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza hanno superato il limite a disposizione; solo a Belluno sono stati registrati 8 superamenti.
La classifica nazionale di Legambiente ha preso in considerazione, per Verona, la sola centralina posizionata in Borgo Milano. Come più volte sottolineato dal circolo Legambiente di Verona, "questa centralina è situata in un luogo delocalizzato rispetto al traffico veicolare di Corso Milano, segnalando quindi concentrazioni più contenute di polveri sottili. Sarebbe opportuno che la centralina di Borgo Milano che venga riposizionata direttamente sull'arteria stradale di Corso Milano per rilevare correttamente la quantità di particolato altrimenti riportata in modo falsato", sottolinea l'associazione.
La seconda centralina veronese, in località Cason, sebbene localizzata in ambito agricolo, ha totalizzato fino al 14 dicembre 2015 ben 89 sforamenti. Dopo 5 giorni questa centralina è stata riposizionata vicino al Parco dell'Adige sud, nei pressi di Giarol Grande, la quale nei pochi giorni residui ha contabilizzato comunque 5 ulteriori sforamenti.
La situazione a gennaio 2016 non migliora: i dati delle centraline ARPAV segnano già 13 giorni di sforamento a Verona da inizio anno.
"L'emergenza smog difficilmente si potrà risolvere con interventi sporadici proposte dalle amministrazioni in fase d'emergenza - conclude l'associazione - Per uscire dalla morsa dell'inquinamento è fondamentale che la Regione e il Governo assumano un ruolo guida facendo scelte e interventi coraggiosi, mettendo al centro le aree urbane e la mobilità sostenibile".