Hai un evento, una buona pratica o una situazione critica da segnalare?
Scrivici a redazione@veronagreen.it
Ti ricontatteremo al più presto per pubblicare un articolo.
Al quarto Consiglio Comunale in cui il progetto veniva inserito nell'agenda, senza passare per il prolungamento delle discussioni o il mancato raggiungimento del numero legale, ieri sera dopo un'accesa seduta durata tre ore è arrivato il voto positivo.
Da oggi quindi il terreno antistante la Fiera, di proprietà del Comune di Verona e attualmente occupato da un parcheggio realizzato solo due anni fa, ha una nuova destinazione d'uso "commerciale" e potrà essere messo all'asta per essere venduto al miglior offerente.
Venticinque milioni di euro. Tanto dovrebbe incassare il Comune dall'operazione. La motivazione economica è infatti tra le principali del progetto. Con la cifra incassata il Comune dichiara che potrà finalmente "realizzare il piano parcheggi (5.000 posti previsti all'ex scalo merci) dando una risposta definitiva alle esigenze della città e della Fiera".
Per molti invece una nuova area commerciale significa nuovo cemento e soprattutto nuovo traffico in città.
A nulla sono servite le proposte dell'opposizione per un uso alternativo dell'area, come la "produzione di energia da microcogenerazione - ci ha spiegato Damiano Fermo - che Agsm potrebbe adottare e rivendere, facendola produrre ai propri cittadini e ai privati che volessero installare un co-generatore (condomini, uffici, centri sportivi, imprese), per poi rivenderla invece di competere solo sul mercato libero nell'approvvigionamento di energia. Se proprio si vuole pensare ad un uso commerciale, si potrebbe invece realizzare un bel mercato coperto dei prodotti veneti e italiani, sul modello di quello di Rimini - incalza Fermo -. Con l'apertura di Eataly nei magazzini di fronte sarebbe anche più logico".
Nella situazione economica attuale infatti, "con il calo dei consumi, un nuovo centro commerciale potrebbe fallire e rimanere una cattedrale di cemento", fa notare Fermo. Mentre sarebbe più saggio e lungimirante puntare su "un'economia reale di produzioni locali basate su qualità e km0 ove possibile, seguendo un trend sempre più apprezzato negli ultimi tempi. Certo entrerebbero meno soldi nelle casse del Comune ma l'economia che si creerebbe attorno sarebbe molto più sana e ricca di quella di un centro commerciale", conclude Fermo.
Resta anche l'incognita se un reale acquirente verrà effettivamente trovato. Intanto l'unica certezza è che il Comune da oggi potrà muoversi in questa direzione.
Vedi articoli precedenti:
Nuova area commerciale in Fiera, voto rimandato
Preoccupa una nuova area commerciale in Fiera