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Grazie alla riduzione dei rifiuti prodotti dalla nostra regione, la costruzione di nuovi inceneritori non è più necessaria. Una buona notizia per il territorio grazie alla gestione sempre più virtuosa e consapevole portata avanti da cittadini e amministrazioni.
Ma c'è un però. Essendo già stato autorizzato, la decisione se portare a termine la realizzazione di Ca' del Bue spetta ora ad Agsm, l'azienda servizi municipalizzati del Comune di Verona – ha specificato l'assessore. E quest'ultima fa sapere che il progetto del nuovo impianto potrà essere portato a termine solo se il Tar del Lazio approverà la concessione degli incentivi per realizzarlo, i cosiddetti Cip6, già previsti per il vecchio inceneritore ma utilizzati solo in parte. Una quota pari al 25-30% della tariffa di conferimento, che garantirebbe la sostenibilità economica dell'impianto per circa 7-8 anni.
"Senza gli incentivi l'inceneritore non si farà", ha dichiarato esplicitamente Paolo Paternoster, presidente di Agsm. E la conferma viene anche dall'assessore del comune di Verona con delega alle aziende ed enti partecipati Enrico Toffali.
Una vittoria per i comitati ed i sindaci dei Comuni di San Giovanni Lupatoto, Zevio e San Martino Buon Albergo, che da anni si oppongono al nuovo impianto, per l'inquinamento che ne deriverebbe. Un po' meno per le finanze locali, dato che l'azienda spagnola appaltatrice dell'impianto (la Urbaser) potrebbe rivalersi per il mancato rispetto degli accordi presi.
Per sapere come finirà questa annosa vicenda dovremo aspettare la fine di maggio, quando il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi sulla questione degli incentivi. Nel frattempo in molti continuano a domandarsi come sia possibile pensare di insistere su un progetto simile consapevoli del fatto che in tempi brevi, già entro un decennio, potrebbe non essere più sostenibile economicamente. Un altro esempio di gestione poco lungimirante delle nostre città.