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“Da quando ho iniziato il mio mandato a Bruxelles sto portando avanti una battaglia contro cave e discariche che stanno in tutti i sensi soffocando il Veneto”, evidenzia Zanoni sul suo sito.
Noi l’abbiamo seguito nella visita a Sommacampagna, complice anche l’attivismo di un cittadino di questo comune che da anni si batte per chiarire le modalità della gestione di questo sito e denunciarne la pericolosità: Beniamino Sandrini, ex consigliere comunale dall’80 all’89, che a questo tema ha dedicato il blog www.vivicaselle.eu.
Proprio il giorno prima della visita di Zanoni, Sandrini aveva denunciato il collassamento di una delle pareti della discarica, con tanto di foto riprese ovviamente dall’esterno, con conseguente pericolo di inquinamento della falda acquifera. La discarica di Ca’ Siberie sorge infatti in una zona di ricarica delle falde acquifere e in un’area agricola soggetta ad irrigazione per scorrimento per immersione.
Il giorno dopo, il crollo della parete era già sistemato, almeno dall’esterno, ma a Zanoni è stato comunque negato l’accesso al sito. “Nonostante la regolare richiesta inviata alla società di gestione Geo Nova – ha commentato Zanoni – mi è stato negato il permesso di entrare in assenza di un responsabile che potesse accompagnarmi, disponibile solo dal 9 settembre”. Un pretesto, secondo Zanoni, che ha dichiarato : “Sembra quasi ci sia qualcosa da nascondere, e la mancanza di trasparenza su questioni ambientali e amministrative è una cosa gravissima”. La discarica di Ca’ Siberie è infatti un’opera pubblica realizzata in project financing, per cui molti denunciano anche dei problemi di doppi incarichi e conflitto d’interessi che renderebbero illecita la gestione.
A niente è valso il colpo di scena durante la visita, quando improvvisamente il cancello della discarica si è aperto: ma dalle auto che ne sono uscite non sono trapelate informazioni sui responsabili né disponibilità a far entrare.
Zanoni è stato così costretto a salire su una scaletta per verificare le condizioni in cui verte il sito. E così, dopo questo finale semi-comico, Zanoni – che è anche relatore per la nuova Direttiva europea in tema di VIA – si è impegnato a verificare se esista qualche violazione di diritto comunitario per poter aprire un’interrogazione in merito.