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La decisione è stata presa nel corso del consiglio di amministrazione dell'azienda partecipata del Comune di Verona, che si è tenuto questa mattina. Tra i motivi di questa decisione ci sarebbe l'aumento della tariffa di smaltimento da 110 a 200 euro a tonnellata decretata dal nuovo piano regionale dei rifiuti, che "sarebbe troppo gravosa per i cittadini", sottolinea in una nota la stessa azienda, con un aumento delle bollette del 20%.
Secondo Agsm l'impianto comunque "continuerà a selezionare rifiuti come trattamento meccanico-biologico. Verrà riattivato il trattamento del rifiuto organico, che prevede di recuperare biogas da circa 40.000 tonnellate di rifiuto umido. Il biogas o biometano verrà riutilizzato come combustibile per la produzione di energia o come carburante per gli automezzi di Amia, del Gruppo Agsm", attività che non è esente dalla produzione di sostanze inquinanti.
Ora è da valutare il futuro delle 174 mila tonnellate di rifiuti annui da smaltire in Veneto. La Regione inoltre dovrà destinare i flussi eccedenti fuori dalla regione, perché siano trattati in termovalorizzatori della macro-area del Nord Italia o attivare nuove discariche. Il futuro, per un sistema più ecocompatibile, resta sicuramente la riduzione dei rifiuti prodotti da parte dei cittadini.