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La lunga pista ciclabile che dalla Croce Bianca percorre tutto Corso Milano, realizzata con i lavori di riqualificazione di questa pericolosa arteria che dalla periferia immette in città, finisce proprio in questo punto, dove corso Milano si restringe come un imbuto. I ciclisti che vogliono proseguire dritto verso San Zeno sono così costretti a re immettersi tra le automobili. Ma sono molti quelli che preferiscono, per evitare rischi, proseguire sul marciapiede pur non avendone l'autorizzazione.
E così sono scattate le proteste dei negozianti di quel tratto di strada, che lamentano continue situazioni di pericolo ed evitati scontri tra bici e pedoni. Tanto che hanno deciso di fare dei sé, esponendo dei cartelli auto-realizzati che indicano il divieto di passaggio per le bici (foto: L'Arena).
Ma Gli Amici della Bicicletta difendono: "Se quel tratto del marciapiede di Corso Milano è così stretto, è proprio perché nel progetto di riqualificazione di Corso Milano il Comune ha fatto la scelta di sacrificare lo spazio destinato a pedoni e ai ciclisti in favore della realizzazione di sette stalli di sosta per le automobili – sottolinea Giorgio Migliorini, presidente di Fiab Verona -. Quei ciclisti sono in torto, è vero, ma l'alternativa per loro sarebbe buttarsi in mezzo al traffico automobilistico. Come spesso succede è guerra fra poveri, mentre le automobili si prendono tutti gli spazi".
"La soluzione deve venire da chi ha creato questo problema – conclude Migliorini -. Eliminando alcuni stalli si otterrebbe lo spazio necessario per modificare il marciapiede e fare una corsia ciclabile".