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Cibi contenenti Ogm difficili da rintracciare, maggiore utilizzo di pesticidi, concentrazione della produzione nelle mani di pochi, scarsa tutela delle tipicità e sempre maggiore delocalizzazione della produzione di cibo. Sono questi i "capi di imputazione" che ambientalisti e consumatori, ma anche alcuni sindacati, organi di categoria, associazioni e movimenti, attribuiscono all'accordo di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa per quanto riguarda la produzione agricola e alimentare.
Il TTIP (la sigla sta per Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un accordo per facilitare gli scambi economici tra Europa e Stati Uniti. Un sistema per far circolare le merci più facilmente senza le attuali barriere non tariffarie: controlli e leggi, che oggi impediscono l'import-export di merci in tutti i settori dell'economia, dovuti alle diverse normative che esistono in Europa e negli Usa. Il delicato settore della produzione agricola e di cibo non farà eccezione. L'accordo, che potrebbe essere approvato già in primavera, punta ad uniformare le regole tra sistemi di produzione molto diversi. Il commissario al commercio europeo Cecilia Malmström sostiene che l'accordo non dovrà "abbassare gli standard" richiesti in Europa, nel cibo come negli altri settori investiti dalle trattative.
Parliamo di controlli sulle filiere, di certificazione del Dop e dell'Igp, di sistemi di allevamento, di ormoni nei mangimi, di utilizzo della chimica e di semi transgenici nei campi, di etichettature e tracciabilità, di tutele ambientali. Ma secondo i critici, tra cui Monique Goyens, direttore della principale associazione di consumatori in Europa (Beuc), non solo saranno necessariamente intaccate le norme che oggi tutelano i consumatori su questi capitoli, ma neanche se ne potranno scrivere facilmente di nuove. "La commissione UE, ma anche i governi nazionali, il congresso Usa e gli Stati Federali", sostiene Goyens, "dovranno informare in anticipo tutti gli altri quando vogliono adottare o proporre una nuova norma. Parliamo di una notifica molto anticipata", aggiunge la Goyens, "un privilegio non di veto, ma di influenzare qualsiasi norma prima ancora che intraprenda il suo percorso".
Fonte: www.corriere.it
Il prossimo 18 aprile avverrà una grande mobilitazione europea e internazionale in cui, da entrambe le sponde dell'Atlantico, i movimenti sociali chiederanno di bloccare i negoziati per il TTIP. Ben oltre 300 organizzazioni europee chiedono di dire stop al TTIP (#StopTTIP) tramite Twitter e con una lettera indirizzata al Parlamento Europeo. L'iniziativa consiste nell'inviare un Tweet ai parlamentari europei per fermare il TTIP. Per maggiori informazioni: Stop TTIP Italia.
Verona partecipa con una conferenza il 13 aprile, ospite Riccardo Petrella, e un'altra domenica 19 aprile a Villa Buri durante la Festa di Prrimavera.
Tutti i dettagli nel Megafono Verde e nella locandina allegata.