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Il prof. Andrea Peruzzi, esperto in materia e attivo promotore di metodi meno invasivi e più efficaci per la lotta alle erbe infestanti, ha curato un lungo progetto di ricerca del Centro Avanzi dell'Università di Pisa in collaborazione con il Comune di Pisa, sfociato in un libro intitolato 'La gestione fisica della flora spontanea in area urbana'. "Abbiamo lavorato due anni su un progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, con interventi anche nel Comune di Livorno, utilizzando la tecnica del pirodiserbo", spiega.
Si tratta di macchine simili a sarchiatrici, che non hanno le zappette o i denti ma montano piccoli bruciatori a Gpl. "Consentono di eliminare le piante infestanti con una fiamma libera che, oltre a non inquinare, è più efficace sul lungo periodo", spiega Peruzzi. I bruciatori infatti espongono alla fiamma i tessuti cuticolari delle piante infestanti, che non bruciano ma che vengono invece "lessati". Così le foglie e le altre parti verdi della pianta, non essendo più protetti dallo strato di cuticola, portano rapidamente la pianta a morire per disidratazione.
Il metodo è utilizzato nei paesi scandinavi, in Svizzera, in Germania, in Olanda. "È il più economico e funziona - dice ancora Peruzzi -. Soprattutto dal punto di vista della tutela della salute di persone e animali, perché dopo i trattamenti si creano delle gocce di diametro piccolo che evaporano e vengono poi respirate".
Dal punto di vista economico, inoltre, "presenta gli stessi costi del trattamento chimico", sottolinea Peruzzi. Servirebbe quindi una una sana volontà di innovazione e di maggiore sensibilità ambientale per cambiare mentalità e pratiche: le competenze accademiche e scientifiche in Italia di certo non mancano.
Intanto in Puglia ci si sta già attivando, con l'organizzazione dal 12 al 17 maggio di alcune giornate dimostrative per mostrare agli imprenditori agricoli la validità del pirodiserbo come alternativa al diserbo chimico (vedi link).
Tratta da : www.greenreport.it
Foto: Maito Srl